30 anni fa, una scommessa vinta: software CAD e ingegnerizzazione dei processi aziendali

Oggi che la tecnologia permea ogni aspetto della nostra vita quotidiana e procede a passi da gigante, talmente ampi che anche per i professionisti del settore è a volte difficile mantenersi al suo fianco, l’idea di scommettere sull’informatizzazione aziendale sembra quasi scontata. Chi mai potrebbe pensare di vivere anche solo pochi giorni lontano dai mezzi tecnologici? Figuriamoci far vivere e prosperare un’azienda. Trent’anni or sono però correva l’anno 1993: sebbene la rete internet datasse alla fine degli anni Sessanta, il World Wide Web era nato nel 1991 e una connessione dati alla portata di tutti avrebbe dovuto attendere la seconda metà del decennio e perché fosse una tecnologia davvero diffusa e parte integrante della vita lavorativa e quotidiana ancora di più.

Il CAD allora era un settore nuovo, ma suscitava già grande interesse – ricorda Ing. Bruno Fregosi, che nel 1993 diede vita a SCT Informatica con i soci fondatori Tiziano Moro e Giacomo Bianchi – Naturalmente non sapevamo che sarebbe diventato presto uno standard nel mondo produttivo e che le aziende lo avrebbero adottato per non farne più a meno. Avendo fino a quel momento lavorato nel settore dell’informatica, era però qualcosa che sapevamo fare e in cui credevamo, per cui abbiamo pensato di proporre software basati su questa tecnologia: possiamo dire che i risultati ci hanno dimostrato che avevamo ragione”.

Il punto di svolta è stato l’accordo con Autodesk in qualità di Authorized Developer Partner, siglato non molti anni dopo la nascita di SCT: un vantaggio competitivo che ancora oggi consente all’azienda di sviluppare i propri prodotti prendendo le mosse dalle librerie proprietarie di Autocad, Inventor e Revit.

A caratterizzare la proposta aziendale, la scelta di lavorare su commessa creando prodotti ad hoc sulle specifiche esigenze del cliente: la corsa delle imprese verso l’informatizzazione – a volte veloce, a volte più guardinga – ha spinto sempre più realtà a cogliere le opportunità di soluzioni software personalizzate in termini di precisione, riduzione del margine di errore, liberazione di risorse interne, gestione della logistica e riduzione dei costi. Il tutto puntando più su un’idea di processo che non su un prodotto preciso: “Quello a cui puntavamo era il risultato finale, uno strumento informatico da utilizzare, ma il cuore del nostro lavoro è sempre stato il processo ingegneristico che a quel risultato dava vita – spiega Bruno – Quello che volevamo era sviluppare software che agevolassero a loro volta la progettazione, migliorando il processo interno alle aziende. Per questo nel corso degli anni abbiamo potuto offrire i nostri servizi nei più disparati campi di applicazione”.

L’approccio progettuale ha infatti permesso a SCT Informatica di provarsi in campi apparentemente distanti: dagli imballaggi in legno ai quadri elettrici, dalla carpenteria all’architettura, dalle clean room alle macchine di taglio all’alta velocità e così via, fino alla sperimentazione di innovative applicazioni diagnostiche in campo medicale. Ma cosa unisce questi mondi così lontani?

“Alla fine, se esplori a fondo, troverai sempre un flusso produttivo, che sia evidente o nascosto. Questo è un passaggio cruciale per i processi di automazione. Una volta compresa la logica di questi flussi produttivi, attraverso un’attenta e approfondita analisi e una forte base tecnica e tecnologica, sarai in grado di automatizzarli con successo.”

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